Il solstizio invernale: Le Fate dell'Inverno -Prima Parte

17 Dicembre 2013

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  1. *Astrella
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    Il solstizio invernale: Le Fate dell'Inverno - Prima Parte




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    Yule: il solstizio d'Inverno





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    Chiamato anche Saturnalia, o Festa delle Luci.
    E' uno dei sabba minori, il passaggio celeste in cui la notte e' più lunga del giorno, e segna l'inizio dell'inverno astronomico.


    Questa festività solare cade nel primo giorno d'inverno, molto più conosciuta come la notte del Solstizio Invernale. Questo periodo dell’anno era già festeggiato ai tempi dell'antica Roma, con i Saturnali (dedicati a Saturno), durante queste feste vennero introdotte nelle celebrazioni l’utilizzo di candele, canti ed orge.

    Yule è anche un termine arcaico per il Natale (riportato, per esempio, nei dizionari della lingua inglese; il termine appare ancora in alcuni canti natalizi ed è tuttora usato in alcuni dialetti scozzesi).


    La celebrazione del solstizio d'inverno si diffuse rapidamente in tutta Europa e nacque così nelle campagne la festività di Yule, legata alla celebrazione del sole e della madre terra che si prepara, riscaldata dai primi raggi, alla futura semina.


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    Tra i vari temi legati a Yule il principale è quello della battaglia tra il vecchio Re dell'Agrifoglio, simbolo di oscurità e di vecchiaia, e il giovane Re della Quercia che simboleggia la luce del nuovo anno.
    Il vecchio sovrano viene simbolicamente ucciso e il giovane Re prende il suo posto sul trono per governare.
    Con il rito del ceppo di Yule si perpetua ogni anno, oltre alla tradizione di stringersi tutti attorno al fuoco, anche questa antica e ripetuta battaglia.


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    Da quel momento vi fu una mescolanza tra feste e simboli pagani... come l'abete decorato (Ormai detto albero di Natale), le ghirlande o l'agrifoglio. L'abete ad esempio è l'albero che rappresenta la Dea in questa stagione, e la ghirlanda rappresenta la ruota dell'anno. Alcune tradizioni vogliono la conservazione di parti dell'abete, che saranno poi bruciate a Calendimaggio/Beltane.



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    Il termine 'solstizio' viene dal latino solstitium, che significa letteralmente “sole fermo” . Nell’emisfero nord della terra, nei giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima (cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno).


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    Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta.


    Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo.
    Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre.
    E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo “Natale”.


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    I festeggiamenti del Solstizio si protraggono quindi per tutto il periodo Natalizio (Sol Invictis), con il quale, come abbiamo detto, coincidono; ed è in questa notte che molte streghe si tramandano per tradizione i segreti dell'Arte.


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    Il solstizio stesso è chiamato "la porta", simbolo di una contemporanea esistenza di due dimensioni, che durante i solstizi si congiungono e le porte sono aperte ed è permesso il varco; è il tempo della morte simbolica dell'adepto che si avvicina al rito iniziatico.


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    È un momento di passaggio ciclico considerato nell'antichità magico e drammatico: i giorni diventano sempre più corti e bui, fino ad arrivare alla notte più lunga dell'anno.
    L'oscurità prende il sopravvento sulla luce, la notte è più lunga del giorno.
    Tutta la natura è come sospesa in questa morte simbolica che attende una resurrezione. Morte della luce, morte del sole ; il sole cede il posto alla tenebra, per poi rinascere come rigenerato.


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    Le giornate dopo il solstizio divengono sempre un po' più lunghe, e di nuovo il potere del Dio Sole cresce e si manifesta nella sua luce.
    È una simbologia carica di valenze magiche e propiziatorie centrate sul mito della morte- rinascita.

    In tutte le culture e fin dall'antichità più remota, questo periodo dell'anno veniva celebrato con grandi fuochi ad illuminare la notte, candele, falò attorno a cui festeggiare, per invitare il sole a tornare nuovamente ad illuminare il mondo.


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    Il Solstizio invernale è la prima ricorrenza della ruota dell'anno che comprende le feste e magiche, da qui ha inizio il nostro cammino esoterico che si snoda attraverso le altre e successive festività che ci purificano e ci arricchiscono, sino all'elevazione del nostro spirito che ha luogo con il passaggio della seconda porta solstiziale, quella estiva.
    Sono le fasi alchemiche, il risveglio della terra che prepariamo per il prossimo raccolto.


    Sarebbe opportuno alzarsi all'alba e salutare il nuovo sole. Si possono accendere candele o luci per rappresentare la nascita delle nostre speranze per il nuovo anno.


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    Sul ciocco da bruciare (deve essere legno di quercia) incidere una figura che rappresenti il Sole utilizzando un coltello con il manico bianco decorarlo con nastri rossi e rametti di edera, betulla e agrifoglio, quindi dargli fuoco. Se abbiamo celebrato questo rito anche l'anno precedente e abbiamo un pezzo non combusto del vecchio ciocco, accenderemo il fuoco con questo, Si dice: "Come il vecchio ciocco è consumato, così lo sia anche l'anno vecchio". Una volta che il fuoco è acceso osserviamo le sue fiamme e meditiamo sulla rinascita della luce e sulla nostra rinascita interiore. Accogliamo le nostre speranze, i nostri sogni per il futuro e salutiamo questa luce dicendo: "Benvenuta, luce del nuovo sole!".

    Per il pasto di Yule sono adatte le bevande calde come il punch e tè di ibisco o di zenzero,il vin brulè, mentre le portate tradizionali sono le noci, la frutta secca, le mele, i dolci bagnati col sidro, e il maiale. Brindiamo e consumiamo non dimenticandoci di lasciare una parte del nostro festino per la Madre Terra.


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    Le arance rappresentano il sole, le fronde sempreverdi l'immortalità, le spighe il raccolto futuro.

    L'agrifoglio, il vischio e l'edera decorano le case all'esterno e all'interno e sono un invito agli Spiriti della Natura di unirsi alla celebrazione.

    Un ramoscello di agrifoglio và tenuto vicino alla porta per tutto l'anno.

    Un simbolo solstiziale è il Vischio, pianta sacra per i DRUIDI che veniva recisa dall'albero su cui nasceva seguendo di una solenne cerimonia.
    La raccolta del vischio avveniva specialmente in due momenti particolari dell'anno: a Samhain e nel Giorno di San Giovanni. Il Vischio era considerato la panacea per tutti i mali.
    Essa e' una pianta parassita che affonda le sue radici nell'altrui forza, non tocca terra e veniva considerata una emanazione divina.
    Gli antichi, che la chiamavano anche "scopa del fulmine", pensavano che nascesse quando la folgore colpiva un albero.
    Per rispetto a questa sua natura divina i DRUIDI lo tagliavano usando rispettosamente un falcetto d'oro.


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    Per rispetto a questa sua natura divina i DRUIDI lo tagliavano usando rispettosamente un falcetto d'oro per l'uso decorativo del vischio e dell'agrifoglio. Così come gli alberi da frutta, anche i sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale. L'albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l'anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l'oscurità dell'inverno. La birra e il pane venivano offerti agli alberi in Scandinavia. L'albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell'anno che sarebbe arrivato.


    Dopo i festeggiamenti si raccolgono tutte le decorazioni di Yule e si conservano per IMBOLC.



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    Fine Parte Prima

    Edited by *Astrella - 19/12/2013, 13:16
     
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