Scoperti altri nove piccoli manoscritti del Mar Morto

14 Marzo 2014

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  1. *Astrella
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    Scoperti altri nove piccoli manoscritti del Mar Morto




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    Sigillati in astucci di pelle, che s'indossano per pregare, ritrovati nel '52: foto speciali per individuarli.




    Ritrovati altri nove piccoli manoscritti del Mar Morto: gli antichissimi rotoli, lo straordinario insieme di circa 900 documenti ebraici sacri scoperti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte nei pressi di Qumran, non hanno ancora svelato tutti i loro segreti. L’annuncio è di questi giorni: i nuovi piccoli nove documenti sono stati ritrovati in tre filatteri, astucci in pelle che contengono testi sacri ebrei e si usano, indossandoli sul capo, per le preghiere dei più osservanti.

    Provengono dalle grotte 4 e 5, scavate nel 1952 dall’archeologo Roland de Vaux. «Non capita ogni giorno di poter scoprire nuovi manoscritti. È stata veramente una grande emozione», le parole con cui l’archeologo Yonatan Adler , della Ariel University, ha commentato la scoperta, annunciata nel seminario internazionale di ricerca The History of the Caves of Qumran, organizzato dall’Istituto di cultura e archeologia delle terre bibliche della Facoltà di teologia di Lugano.


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    Ancora intatti. I manoscritti erano conservati nei piccoli astucci sigillati. Soltanto grazie ad una speciale tecnica fotografica (“multispectral imaging“) è stato possibile individuare al loro interno i piccoli rotoli, che sono stati così fotografati eccezionalmente dall’Israel Antiquities Authority. «Sono molto orgogliosa che nel nostro laboratorio, impiegando le tecnologie più avanzate, possiamo ricostruire la storia di duemila anni fa», ha sottolineato Pnina Shor, direttrice dell’Istituto per la conservazione dei rotoli.

    Il ritrovamento. La storia, o la leggenda, vuole che la prima piccolissima parte dei manoscritti sia stata ritrovata casualmente da un pastore, che inseguiva una capra allontanatasi dal gregge. L’area del recupero, infatti, 12 chilometri a sud di Gerico nell’attuale Cisgiordania, si estende fra le rocce delle montagne del Deserto del Giuda. Alcuni mesi dopo la scoperta, i rotoli cominciarono ad essere venduti al mercato di Betlemme, e da lì inizio l’interesse nei loro confronti, che portò agli scavi sistematici del complesso archeologico e alla scoperta delle 11 grotte e dei circa 900 antichi documenti biblici. Oggi sono conservati nell’apposito Santuario del Libro, vicino al Museo di Israele di Gerusalemme, e nel Museo Rockefeller nell’ex zona orientale (araba) della città; in parte ad Amman e in parte alla Biblioteca nazionale di Parigi. Ovviamente alcuni privati ne posseggono però diversi frammenti.


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    Tanti enigmi. Chi li ha scritti? E dove? Sin dal loro ritrovamento, i rotoli del Mar Morto sono sempre rimasti avvolti da molti misteri. A cominciare dal luogo dove furono scritti e da chi. Nel 2010, uno studio italiano dei Laboratori nazionali del Sud (LNS) di Catania dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare (INFN) ha svelato che la pergamena di pelle di cammello su cui sono scritrti i 900 documenti sarebbe stata prodotta proprio nel luogo in cui sono stati trovati, vicino alle rovine dell’antico insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto. Non si tratta di questioni di poco conto: le diverse ipotesi sull’origine dei rotoli sono state stata causa di notevoli polemiche che hanno trovato spazio anche sui giornali e alle quali aveva cercato di dare risposte anche la mostra che si tenne presso il Museo Ebraico di New York nell’autunno del 2008.


    Di chi erano. È comunque assodato che i documenti derivino da un antico monastero, dove era insediata una comunità di Esseni, che si ritiene li avessero nascosti per sottrarli all’assalto dei romani di cui, nei pressi, esistono le tracce di una fortificazione. Gli Esseni erano una setta ebraica, composta da vari nuclei, abbastanza isolati; si valuta che fossero circa 4.000.di cui 150 stabilitisi a Qumran.


    Chi li ha ritrovati. Dopo i primi acquisti sul mercato di Betlemme, subito si mossero i grandi nomi dell’archeologia, tra cui Eliezer Lipa Sukenik, padre di Yigael Yadin, forse il più noto nome nella ricerca israeliana del campo. Lo stesso Yadin, a New York, riuscì a concludere un acquisto particolarmente significativo, e la vicenda fu caricata di tale importanza che nel 1955, il Primo Ministro Moshé Sharett ne annunciò il recupero completo. Per ospitarli, fu poi costruito appositamente il Tempio o Santuario del Libro, a Gerusalemme, dove recentemente è stata addirittura installata una ricostruzione del Secondo Tempio.

    Che cosa contengono? I manoscritti non sono stati ancora totalmente pubblicati: mancherebbero due volumi dei 39 previsti; contengono sicuramente vari brani della Bibbia e altri diversi testi religiosi, e sono stati spesso oggetti di polemiche. Non pochi, infatti, hanno lamentato la segretezza con cui avviene la decrittazione, e sono stati anche avanzati i sospetti più fantasiosi.


    Fonte: http://www.artemagazine.it/archeologia/416...-del-mar-morto/
     
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