Tutankhamon: il Faraone Bambino

08 Giugno 2014

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  1. Sylvhia
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    Tutankhamon il Faraone Bambino


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    La scoperta della sua tomba praticamente inviolata, avvenuta nel 1922 ad opera di Howard Carter, che poté dedicare ben dieci anni nelle ricerca grazie all'appoggio finanziario fornito da George Herbert, V conte di Carnarvon, gli ha dato la vera immortalità.
    La tomba di Tutankhamon si trova nella Valle dei Re ed è codificata dalla sigla KV62

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    Al momento della scoperta la tomba risultò essere stata frettolosamente visitata da violatori di tombe all'epoca della XXI dinastia e poi nuovamente sigillata. Attualmente i reperti provenienti dalla tomba sono conservati al Museo Egizio del Cairo dove occupano un'intera ala del secondo piano. Il 4 novembre 2007 in Egitto, Zahi Hawass ha riesumato il sarcofago e per la prima volta, tutto il mondo ha potuto vedere il vero volto del sovrano.

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    Ma chi era Tutankhamon?
    Nipote di Amenothep III e figlio di Akhenaton e di una giovane regina di nome Kiya si sposò giovanissimo con una sua sorellastra, la principessa Ankhesepaaton, terza figlia di Akhenaton e e Nefertiti.
    Salì al trono giovanissimo alla morte del padre Akhenaton, il faraone eretico, che fu condannato alla "damnatio memorae" con la conseguente distruzione di tutti i documenti e iscrizioni contenenti il suo nome.
    Data la giovane età, e la necessità di procedere, contestualmente, non solo alla "normale" amministrazione dello Stato, ma ad una vera e propria restaurazione politico-religiosa, è più che verosimile che il giovane re venne affiancato da un consiglio di reggenza composto sicuramente da Ay, consigliere del predecessore Akhenaton (e successore di Tutankhamon), Horemhab, capo dell'esercito, nonché da Maya, sovrintendente reale e poi sovraintendente della necropoli reale tebana: la Valle dei Re. Poco dopo la salita al trono del nuovo sovrano l'intera corte abbandonò la capitale di Akhenaton per fare ritorno a Tebe.

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    (Ay)


    Sia stato il consiglio di reggenza ad assumere tale decisione, o il re in persona, resta comunque il fatto che tale atto significò il ritorno della corte sotto il controllo dei sacerdoti di Amon del vicino complesso templare di Karnak. A questo periodo risale il cambio di nomi sia di Tutankhaton, che assunse il nome a noi più noto di Tutankhamon, che della consorte reale Ankhesepaaton, che assunse il nome di Ankhesenamon.

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    (Tutankhamon e Ankhesenamon)


    La cerimonia di incoronazione, già svoltasi ad Akhetaton sotto il patrocinio del dio Aton, venne così ripetuta a Karnak, questa volta sotto l'egida di Amon. Di tale azione di restaurazione resta, sebbene usurpata successivamente da Haremhab, una stele in granito alla cui sommità è possibile vedere un sovrano che officia dinanzi all'effigie di Amon (riconoscibile per le alte piume del copricapo): si tratta appunto di Tutankhamon e la stele è meglio nota come, appunto, Stele della restaurazione. In essa il giovane Re narra di come fossero mal ridotti i templi ed i santuari, di come l'erbaccia crescesse sui viali che ad essi adducevano e di come egli abbia provveduto a ristabilire la Maat attraverso offerte gradite agli dei restaurati provvedendo, in primis, all'arricchimento della dote del dio dinastico per eccellenza, Amon.
    Il regno di Tutankhamon durò relativamente poco e quindi non gli fu possibile sviluppare una intensa attività edilizia. Tutte le rilevanze che possediamo provengono dei templi di Karnak e Luxor. La "restaurazione" del potere di Amon, e del suo clero, venne, infatti, celebrata dalla Stele della restaurazione mentre i complessi templari di Karnak (l'antica Ipet-Eswe) vennero abbelliti e resi ancor più ricchi. A Tutankhamon si deve il viale, fiancheggiato da sfingi con il capo d'ariete, criosfingi che congiunge il recinto templare del dio nascosto, Amon (di cui l'ariete è una rappresentazione) con quello della sua sposa divina, Mut.

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    (Criosfinge)


    Il desiderio di rendere omaggio al dio spodestato dal suo predecessore, portò alla restaurazione dell'antica festa di Opet, forse la massima festa popolare dell'antico Egitto, interrotta durante il periodo dell'eresia amarniana, nel corso della quale, onde ricreare la necessaria trinità alla base della religione egizia in genere, il dio Amon e la dea Mut concepivano annualmente il divino figlio Montu il cui recinto templare si trova poco discosto da quello dei genitori.

    Ancora di Tutankhamon e della Grande Sposa Reale Ankhesepaaton è un complesso monumentale che si trova nel tempio di Luxor e che venne però usurpato da Ramesse II (XIX Dinastia) che fece sostituire i cartigli dei due sposi con quello suo e della regina Nefertari.

    La morte, in giovane età, di Tutankhamon (19 anni) ha spesso fatto pensare ad un assassinio politico, ad opera di qualche oppositore, o da parte del suo tutore, Ay, o del generale Haremhab, viste le turbolente circostanze politiche e di confusione religiosa del periodo della storia egiziana in cui visse.

    L'analisi del corpo sviluppatasi in più riprese è risultata problematica anche a causa dei metodi poco ortodossi usati dallo scopritore, Carter, che per estrarlo dal sarcofago usò martello e scalpello, rompendo le ossa, e per sciogliere lo strato di catrame che riempiva il sarcofago e circondava parte del corpo lo espose, tramite delle lampade, a una temperatura di circa 650 °C, sufficiente a calcinare le ossa, come confessa nella relazione di scavo.

    L'11 novembre 1922, presso l'università del Cairo, venne condotta la prima autopsia sotto la guida di Douglas E. Derry, professore di anatomia, e del dottor Saleh Bey Hamdi di Alessandria, alla presenza di Carter e di vari ufficiali e dignitari europei ed egiziani. Dopo 5 giorni, impiegati a togliere bende, i necroscopi avevano raggiunto il collo. Gli avambracci erano conserti, il sinistro sopra il destro, e le braccia parallele. Il 16 novembre il corpo era pronto per essere rimosso dal sarcofago.

    La cute era mal conservata e friabile, di color grigio-bianco, la faccia più scura e con la superficie ricoperta da crepe e sfigurata da macchie di carbonato di sodio, residuo del processo di imbalsamazione. La testa era completamente rasata, il cuoio capelluto coperto da un acido grasso biancastro, e i lobi delle orecchie bucati (0,75 cm di diametro), per l'usanza di portare orecchini. Nella regione mastoidea, venne rilevata una lesione rotondeggiante di natura incerta, forse associata al processo di imbalsamazione. Il naso si era appiattito a causa della pressione delle bende che avvolgevano la testa, mentre le labbra, le narici e gli occhi, erano sigillati con tela resinosa. Il cranio era vuoto, ad eccezione di una piccola quantità di resina, filtrata dal naso.

    Derry in base ai rilievi, suggerì che Tutankhamon fosse stato un giovane piuttosto esile, circa 2,5 cm più alto di quanto indicavano le misure dirette dei suoi resti che misuravano 1,63 m d'altezza e corrisponde all'altezza precisa delle due "statue-guardiano" poste all'entrata della camera funeraria. La lunghezza delle epifisi delle ossa lunghe, suggerì a Derry che fosse morto tra i 17 e i 19 anni. Nel 1968 i calcoli di Derry furono confermati da un secondo esame del corpo. Un'indagine a raggi X evidenziò alcune macchie nella nuca, oltre ad un paio di frammenti ossei all'interno del cranio, circostanze che sembravano deporre a favore dell'ipotesi di una morte violenta.

    Tale teoria è stata messa in discussione da uno studio condotto nel 2005 con tecniche non invasive sulla mummia. Il 5 gennaio, a Il Cairo, il professor Zahi Hawass, direttore del Supremo Consiglio di Antichità egiziane, a capo di una commissione di otto scienziati costituita con lo scopo di dirimere definitivamente il problema della morte di Tutankhamon, ordinò una tomografia assiale computerizzata (CT SCAN o TAC) completa del corpo, con sezioni distanti 0,62 millimetri una dall'altra. La mummia, prelevata dal suo sito nella Valle dei Re, è stata trasportata a breve distanza su una apparecchiatura avanzata di esplorazione radiologica (TAC) alloggiata all'interno di un rimorchio, donata al Consiglio Supremo delle Antichità dalla Siemens e dal National Geographic Magazine. Questa tomografia è servita anche per eseguire delle ricostruzioni computerizzate del volto, del cranio e del corpo di Tutankhamon.

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    I risultati dello studio di 1.700 immagini, sono stati sottoposti a giudizio di due medici italiani e uno svizzero e resi noti l'8 marzo 2005, da Hawass: "Il leggendario re egiziano Tutankhamon, morì di una gangrena fulminante, dopo una frattura del femore sinistro, procurata il giorno precedente la sua morte". Dunque, nessun rilievo di ricalcificazione occipitale, descritta e visibile nella radiografia del 1968, che deponeva per una morte lenta, nel giro di più di 30 giorni. Escludendo la meningite fulminante da Neisseria ed un'infezione streptococcica che conducono a morte in 3-5 giorni, così fulminante, si può ipotizzare una banale infezione tetanica. Il colpo subito dalla nuca non pare essere stato causa di morte, essendo state riscontrate tracce di ricalcificazione, d'altronde già visibili ai raggi X del 1968. I frammenti ossei intracranici verrebbero spiegati come il risultato dello svuotamento della scatola cranica eseguita dagli imbalsamatori, con l'inserzione di strumenti attraverso il naso.

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    La novità che ha attirato l'attenzione degli studiosi è una ferita alla coscia con frattura composta del femore, appena sopra il ginocchio, di per sé non mortale, probabilmente provocata da un grave incidente come una caduta dal cocchio (evento che potrebbe essere confermato dalle lesioni riscontrate a livello toracico), che infettandosi avrebbe provocato un'infezione dell'osso a livello del ginocchio. Quest'infezione si sarebbe estesa a tutto l'organismo, malgrado le cure, e lo avrebbe minato fino alla morte per setticemia, e ciò spiegherebbe anche la ricalcificazione cranica. Gli esperti hanno ipotizzato che il giovane re sia sopravvissuto da uno a cinque giorni dopo aver subito la ferita.

    Il 17 febbraio 2010 Zahi Hawass, segretario generale del Consiglio supremo per le antichità del Cairo, dichiara che siano state la malaria e alcune fratture a uccidere il faraone all'età di 19 anni. Gli studi di genetica molecolare egizia hanno portato a risolvere alcune relazioni di parentela di Tutankamon, mentre indagini microbiologiche nelle ossa e nei tessuti hanno fatto luce sulla sue più probabili cause di morte. È risultato tra l'altro che il faraone soffriva di osteonecrosi al secondo dito del piede sinistro, malattia sviluppatasi in modo eclatante almeno dal diciassettesimo anno di vita e che lo obbligava ad una andatura claudicante. Nella sua tomba vennero ritrovati il maggior numeri di bastoni mai rinvenuti in una sepoltura di un faraone, uno in particolare realizzato dallo stesso Tutankhamon; le analisi archeologiche eseguite hanno dimostrato che gli stessi erano stati sicuramente utilizzati per sorreggersi. I risultati sono pubblicati sulla rivista dell'Associazione dei medici americani, Jama, riassunti sulla rivista scientifica Galileo. Lo studio dell'Eurac di Bolzano e della universita' di Tubinga è stato coordinato dallo stesso Zahi Hawass.

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    http://it.wikipedia.org/wiki/Tutankhamon
     
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