Le Grotte di Frasassi

01 Settembre 2014

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  1. Sylvhia
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    Le Grotte di Frasassi





    Le grotte di Frasassi, la cui scoperta risale al 25 settembre 1971 ad opera di un gruppo speleologico del CAI di Ancona guidato da Giancarlo Cappanera, sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano nel territorio del comune di Genga, in provincia di Ancona. Il complesso delle grotte ricade all'interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi.


    Negli anni 1950 e 1960, dunque prima della scoperta, i gruppi del CAI (Club Alpino Italiano) di Jesi e Fabriano esplorarono le cavità della zona, tra cui, nel 1966, una diramazione lunga più di 1 km che parte dalla Grotta del Fiume.

    Nel luglio 1971 un gruppo di 7 esploratori jesini viene attirato da una forte corrente d'aria che fuoriesce da una piccola apertura. Dopo aver ampliato la dimensione del passaggio (chiamato in seguito Strettoia del Tarlo) per renderlo praticabile, gli esploratori si inoltrano in una fitta rete di gallerie, cunicoli, pozzi e grotte per una lunghezza di circa 5 km.




    La Grotta Grande del Vento
    La prima traccia della scoperta più rilevante, quella della Grotta Grande del Vento, si avrà nel giugno 1971, quando Rolando Silvestri e Umberto di Santo, scalando la pendice nord del monte Valmontagnana, scoprirono uno stretto imbocco. Il 25 settembre 1971, Rolando Silvestri, nel corso della spedizione del CAI di Ancona guidata da Giancarlo Cappanera, ritrovò quell'apertura nella montagna da cui usciva un forte getto d'aria, che fece scoprire la porta d'ingresso della grotta, che fu subito battezzata Grotta Grande del Vento.

    Inizialmente gli scopritori si trovarono in questa grande grotta al buio totale e le attrezzature allora esistenti non permisero loro di scendere fino alla base della cavità sottostante, quindi si stimò l'altezza della grotta lanciando un sasso e misurando il tempo di caduta. Un primo approssimativo calcolo portava all'inaspettata altezza di oltre 100 m. Successivamente gli esploratori si dotarono di attrezzature adeguate e esplorarono l'immenso spazio, che venne chiamato "Abisso Ancona" in onore della città degli scopritori. La notizia della scoperta fu diffusa tramite stampa, ed è da questo momento che inizia la notorietà al grande pubblico delle Grotte di Frasassi.



    Le scoperte si susseguirono negli anni e numerosi altri ambienti più o meno accessibili furono scoperti ed esplorati dagli speleologi. Al momento il complesso delle grotte di Frasassi ha una lunghezza di oltre 13 km. Oltre all'Abisso Ancona, sono note la "Sala 200", così chiamata perché è un corridoio di 200 metri, la "Sala delle Candeline", che deve il nome alle numerose stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni circondate da un anello di roccia che ricordano delle candeline su un piattino, la "Sala Bianca" il cui colore è dovuto a numerosi strati di calcite pura, la "Sala dell'Orsa" per un masso presente in essa che grazie all'erosione millenaria dell'acqua ha assunto, in maniera completamente casuale, la vaga forma di un'orsa, la "Sala dei Pagliai" e la "Sala dell'Infinito", così denominata perché ha una forma irregolarmente circolare e durante le prime esplorazioni gli speleologi vi persero l'orientamento e si ritrovarono a girare intorno alla sala diverse volte prima di trovare un'uscita, come se fossero in un percorso infinito.
    http://imgcdn.geocaching.com/cache/large/6...ad30aa8bec7.jpg
    All'interno delle grotte di Frasassi c'è, durante tutto l'anno, una temperatura costante di 14 °e un'umidità relativa prossima al 100%.

    Stalattiti e stalagmiti

    All'interno delle cavità carsiche si possono ammirare delle sculture naturali, formatesi ad opera di stratificazioni calcaree nel corso di 190 milioni di anni grazie all'opera dell'acqua e della roccia. L'acqua, veicolando il biossido di carbonio nelle rocce calcaree, crea un processo chimico che da origine all'idrogenocarbonato di calcio, un sale che esiste solamente in soluzione [(H2O+CO2+CACO3= CA(HCO3)]. Tale fenomeno determina il trasferimento di piccole quantità di carbonato di calcio da un posto all'altro e, nel corso di uno stillicidio che dura millenni, finisce per formare delle concrezioni di notevoli dimensioni e di forme completamente casuali e a volte anche curiose. Le concrezioni si dividono in stalagmiti (colonne che crescono progredendo dal basso verso l'alto) e stalattiti (che invece scendono dal soffitto delle cavità).



    Le forme e le dimensioni di queste opere naturali hanno stimolato la fantasia degli speleologi, i quali dopo averle scoperte le hanno "battezzate" denominandole in maniera curiosa. Tra le stalattiti e le stalagmiti più famose ricordiamo: i "Giganti", il "Cammello" e il "Dromedario", l'"Orsa" (un masso di cui si è già parlato), la "Madonnina", la "Spada di Damocle" (la stalattite più grossa, di 7,40 m di altezza e 150 cm di diametro), le "Le piccole cascate del Niagara", la "Fetta di pancetta" (di colore rosa chiaro) e la "Fetta di lardo" (completamente bianca, per via della calcite), l'"Obelisco" (stalagmite alta 15 metri al centro della Sala 200), le "Canne d'Organo" (concrezioni conico-lamellari che devono il loro nome al fatto che se vengono colpite dall'esterno risuonano), il "Castello delle Streghe".

    All'interno delle grotte sono presenti anche dei laghetti in cui ristagna l'acqua dello stillicidio e dei "pozzi", cavità cilindriche profonde fino a 25 m che possono raccogliere l'acqua o convogliarla verso piani carsici inferiori.



    Nelle grotte non penetra in alcun punto la luce naturale superficiale, pertanto l'illuminazione è completamente artificiale e utilizza solo luci bianche fredde, cioè che non producono calore verso le concrezioni (come già detto la temperatura è costante). Le uniche luci non di questo tipo sono quelle azzurre usate per mettere in evidenza i pozzi e i laghetti.


    Grotte di Frasassi


    by Giovanni Vagnarelli




    Fauna




    (Speleomantes Italicus)


    Nel complesso delle grotte sono state censite ben 67 specie di animali, alcune delle quali endemiche di questo ecosistema ipogeo.

    (Salamandrina Tergiditata)


    Sono presenti decine di specie diverse di pipistrelli, con una colonia di oltre 12.000 miniotteri. Tra gli anfibi sono segnalati il geotritone italiano (Speleomantes italicus), la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata) e il tritone italiano (Lissotriton italicus).

    (Lissotriton Italicus)


    Fra gli invertebrati merita infine una menzione la presenza di Niphargus ictus, un piccolo crostaceo troglobio che vive nelle pozze di acqua sulfurea, e di almeno altre 2 specie del genere Niphargus (N. frasassianus, N. montanarius).
    All'interno delle grotte di Frasassi si svolgono esperimenti scientifici di cronobiologia. Tra gli speleologi che hanno trascorso più tempo all'interno delle grotte si ricorda Maurizio Montalbini.




    http://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Frasassi
     
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