Il Concetto di Anima secondo gli Antichi Egizi

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  1. Sylvhia
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    Il Concetto di Anima secondo gli Antichi Egizi



    Paheri banquet


    La Tomba di Paheri, governatore di una provincia semi-feudale di Nekhen durante la diciottesima dinastia, contiene una descrizione eloquente dell'esistenza delle anime , ed è stata così tradotta da James P. Allen:
    "Vivrai di nuovo, senza che il tuo Ba sia tenuto lontano dal tuo corpo divino, con il tuo Ba insieme ad AKH ... sorgerai ogni giorno e tornerai ogni sera. Una lampada si accenderà per te nella notte fino a quando la luce del sole risplenderà sul tuo petto. Ti diranno: "Benvenuto, benvenuto, nella tua casa dei vivi!"

    Gli antichi Egizi credevano che l'anima umana fosse composta da cinque parti: il Ren, il Ba, il Ka, la Sheut, e l' Ib. Oltre a questi componenti vi erano il corpo umano (chiamato ha, occasionalmente haw plurale, che approssimativamente significa somma di parti del corpo). Le altre anime erano aakhu, khaibut, e khat.



    Il Ren





    Come una parte dell'anima, il Ren (nome) veniva dato al momento della nascita e gli Egiziani credevano che sarebbe vissuto finché fosse stato pronunciato, il che spiega il motivo per cui cercarono di proteggerlo e la pratica di inserirlo in numerosi scritti. Ad esempio, apparire nel testo del Libro dei Respiri, derivato dal Libro dei Morti, era un mezzo per garantire la sopravvivenza del nome. Un cartiglio (contorno magico) era spesso utilizzato per circondare il nome e proteggerlo. Al contrario, i nomi dei defunti nemici dello Stato, come Akhenaton, furono cancellati dei monumenti in una forma di damnatio memoriae. A volte, tuttavia, venivano rimossi in modo da fare spazio per inserire 'in economia' il nome di un successore, senza dover costruire un altro monumento. Maggiore era il numero di luoghi un nome veniva utilizzato, maggiore era la sua possibilità di sopravvivenza in quanto sarebbe stato letto e pronunciato.



    Il Ba





    Il Ba era tutto ciò che rende unico un individuo, ed era simile al concetto di 'personalità'. (In questo senso, anche gli oggetti inanimati potevano anche avere un Ba, un personaggio unico nel suo genere, e in effetti Antico Regno le piramidi sono state spesso chiamata il Ba del loro proprietario). Il Ba era una caratteristica di una persona che gli Egiziani credevano sarebbe vissuta dopo la morte del corpo, ed a volte era raffigurato come un uccello dalla testa umana che volava fuori dalla tomba per unirsi con il Ka nell'aldilà.
    Nel Libro del Ritorno nel Giorno, Il Libro dei Morti, si legge che il Ba ritornava alla mummia e partecipava alla vita al di fuori della tomba in forma non corporea, facendo eco alla teologia solare di Re (o Ra) che ogni notte si univa ad Osiris.





    Il Ka





    Il Ka era il concetto egiziano di essenza vitale, ciò che distingueva una persona viva da una morta. La morte sopraggiungeva quando il ka lasciava il corpo. Gli Egizi credevano che Khnum creasse i corpi dei bambini sulla ruota di un vasaio e li inserisse poi nei corpi delle loro madri. A seconda della regione, gli Egizi credevano che Heket o Meskhenet fosse il creatore del Ka di ogni persona, e lo soffiasse in loro al momento della nascita, come una parte dell'anima che li teneva in vita. Questo assomiglia al concetto dello spirito in altre religioni.

    (Khnum)


    Gli Egizi credevano anche che il Ka traesse sostentamento attraverso il cibo e le bevande. Per questo motivo a morti venivano portate offerte di cibo e bevande, anche se era il Ka contenuto nelle offerte che veniva consumato, e non l'aspetto fisico. Il Ka era spesso rappresentato nell'iconografia egiziana come una seconda immagine del re, che nei primi tentativi di traduzione portò gli studiosi a tradurre Ka come "doppio".



    La Sheut (ombra)





    L'ombra di una persona o silhouette, Sheut (SWT in egiziano), è sempre presente. A causa di questo, gli egiziani supponevano che l'ombra contenesse qualcosa della persona che rappresentava. Attraverso questa associazione, statue di persone e divinità sono state a volte indicate come ombre.

    L'ombra rappresentava per gli Egiziani una figura di morte, o di un servo di Anubi, e fu rappresentata graficamente come una piccola figura umana dipinta completamente di nero. A volte le persone (di solito faraoni) avevano una "scatola dell'ombra" in cui veniva memorizzata parte della loro Sheut.



    L' Ib (cuore)





    Gli Antichi Egizi pensavano che l'Ib, il cuore, fosse una parte importante dell'anima. Credevano che l' Ib o il cuore metafisico si formasse da una goccia di sangue della madre, durante il concepimento.

    Per gli antichi Egizi, il cuore era la sede delle emozioni, il pensiero, la volontà e l'intenzione. Ciò è dimostrato dalle numerose espressioni nella lingua egiziana che incorporano la parola ib, Awt-ib: la felicità (letteralmente, ampiezza del cuore), Xak-ib: estraniato (letteralmente, troncato di cuore). Questa parola è stata trascritta da Wallis Budge (un egittologo inglese, orientalista e filologo che ha lavorato per il British Museum e pubblicato numerose opere sul Vicino Oriente antico) come Ab.
    Nella religione egizia, il cuore era la chiave per l'aldilà. Era la sopravvivenza alla morte nel mondo inferiore, dove costituiva la prova, a favore, o contro, il suo possessore. Si pensava che il cuore venisse esaminato da Anubis e le altre divinità durante la cerimonia della pesatura del Cuore. Se il cuore pesava più della piuma di Maat, veniva immediatamente mangiato dal mostro Ammit.



    L' Akh





    L'Akh (significato '(magicamente) efficace'), era un concetto dei morti che è variato nel corso della lunga storia dell'antico credo egiziano.
    Era associato con il pensiero, ma non come un'azione della mente; piuttosto, era inteso come un essere vivente. Anche l'Akh aveva un ruolo nella vita ultraterrena. In seguito alla morte del Khat (corpo fisico), il Ba e Ka venivano riuniti per rianimare l' Akh. La rianimazione del Akh era possibile solo se i riti funebri erano stati celebrati secondo il cerimoniale e seguiti da offerte costanti. Il rituale era : un morto,se-akh, si trasforma in un vivo, Akh. In questo senso, si originava una sorta di fantasma o di un morto vagabondante (quando la tomba non era in più in ordine) durante il periodo ramesside. Un Akh avrebbe potuto fare sia male o bene a persone ancora in vita, a seconda delle circostanze, causando ad esempio, incubi, sensi di colpa, malattia, ecc. Poteva essere evocato per mezzo di preghiere o lettere lasciate in offerta nella cappella della tomba anche al fine di aiutare i membri della famiglia ancora in vita, ad esempio intervenendo nelle controversie, o facendo appello ad altre persone morte o divinità con qualsiasi autorità per influenzare positivamente le cose sulla terra , ma anche per infliggere punizioni.
    La separazione di Akh e l'unificazione della Ka e Ba avvenivano dopo la morte ed il tributo delle offerte ricevurte e la conoscenza delle parole giuste, l'efficace incantesimo, ma c'era comunque il rischiodi morire di nuovo. La letteratura funeraria egizia (come ad esempio i Testi dei Sarcofagi e il Libro dei Morti), avevano lo scopo di aiutare il defunto a "non morire una seconda volta" e diventare un AKH.

    Gli antichi Egizi credevano che la morte si verificasse quando ka di una persona lasciava il corpo. Le cerimonie officiate, dopo la morte, da sacerdoti, tra cui l' "apertura della bocca (​​wp r)", non erano soltanto volte a ripristinare,nella morte, le capacità fisiche di una persona, ma anche ca favorire il distacco del Ba dal corpo. Questo permetteva al Ba di unirsi al Ka nell'aldilà, creando una entità conosciuta come "Akh" .

    (The Book of The Dead)


    Gli Egizi concepivano la vita ultraterrena come molto simile alla normale esistenza fisica - ma con una differenza. Il modello di questa nuova esistenza era il cammino del Sole. Di notte il Sole scendeva negli inferi, Duat . Alla fine il sole incontrava il corpo mummificato di Osiride . Osiride e il Sole, si rigeneravano reciprocamente, sorgevano a nuova vita per un altro giorno. Per i defunti, il loro corpo e la loro tomba erano loro il Osiride personale e un Duat personale. Per questo motivo sono spesso indicati come "Osiride". Per questo motivo, era necessaria una sorta di conservazione del corpo, per consentire il Ba di tornare durante la notte, e per risorgere a vita nuova al mattino. Tuttavia, si pensava anche che l'Akhu potesse manifestarsi nelle stelle. Fino al periodo tardo, gli egiziani non appartenenti alla casta reale non credevano alla loro unione con il Sole, in quanto riservato ai reali.

    Nel Libro dei Morti, la raccolta di incantesimi che aiutava una persona nell'aldilà, aveva il nome egizio del Libro del Ritorno nel Giorno. Essi aiutavano le persone a evitare i pericoli della vita dopo la morte e anche la loro esistenza. Contenevano incantesimi per assicurarsi di "non morire una seconda volta nel mondo sotterraneo", e di "ricordo eterno" di una persona. Nella religione egizia era possibile morire nell'aldilà e questa morte era permanente.






    *Attenzione* - "La presente traduzione (e/ o contenuto ) è a cura di Sylvhia in esclusiva per "I Nove Mondi Forum". In caso di diffusione integrale o parziale è obbligatorio riportare il link della fonte originale e i dovuti crediti".






    http://en.wikipedia.org/wiki/Ancient_Egypt...ept_of_the_soul
     
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    Ho fatto un video analitico sull'anima, ditemi cosa ne pensate
     
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1 replies since 1/11/2014, 08:49   760 views
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