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Le leggende delle Anguane, le mistiche creature dell'acqua
Le mistiche creature dell’acqua
Le Anguane in origine dee Aquane, signore delle acque, protettrici della vita e foriere di fertilità, sono creature leggendarie del panorama mitologico alpino e campestre e sono legate in maniera naturale all’elemento che dona la vita, l’acqua, infatti si pensa che il loro nome derivi proprio da questa parola.
Tracce di queste mitiche figure paragonabili alle ninfe del mondo romano oppure alle Naiadi e alle Driadi della mitologia Greca, si possono trovare in quei paesi del Friuli adiacenti al fiume Tagliamento, nelle valli ladine tra le Dolomiti nel nord-est dell’Italia e più precisamente nella Val Badia, Val Gardena, Val di Fassa, Anpezo, Cadore e nei territori della Lessina.
Ad occidente del territorio italiano, si possono trovare notizie riguardanti queste mitiche creature in Lombardia (Val Camonica, Canzo e Vallassina).
Essendo creature magiche, le Anguane si sono inserite nel folklore di tali luoghi alimentando leggende sulla loro reale esistenza.
In alcune zone sono rappresentate come donne dei boschi e celebranti di un culto pagano, altri raccontano che fossero donne morte giovani oppure madri morte durante il parto e c’è persino chi afferma che le Anguane fossero anime di bambine nate morte o giovani nate letteralmente “bendate” nel sacco amniotico della madre.
A seconda delle varie leggende e delle zone in cui sono tramandate, le Anguane presentano caratteristiche ben distinte. Vengono ricordate anche con i nomi di subiane, aganis, ogane, gane, vivane, pagane, zubiane, acquane, longane.
All’interno del De lerusalem celesti opera scritta dal Frate Jakomin (o Giacomino) da Verona nel XIII secolo si può reperire il termine “anguana” e persino nella celebre nonché ancestrale “Saga dei Fanes” la mitologia delle Dolomiti divenuta famosa nella versione di Karl Felix Wolff redatta nel 1932.
Le Anguane hanno aspetti e caratteri che variano a seconda dei sentimenti che le animano; talvolta possono apparire come bellissime abitatrici delle foreste dai capelli rossi, altre ancora sono orribili creature assetate di vendetta contro colore che le hanno relegate a vivere in solitudine nel profondo delle caverne oscure.
Altre interpretazioni del mito delle Anguane narrano che il loro aspetto dipendesse esclusivamente dai sentimenti che le persone provavano nei loro confronti, il che sarebbe sufficiente a spiegare il perché in alcune zone fossero descritte come orribili megere o creature mostruose.
Considerate come figure appartenenti al mondo degli spiriti e del sovrannaturale, l’aspetto delle Anguane era descritto nel dettaglio e nelle maniere più svariate. Giovani donne in grado di sedurre gli uomini con facilità oppure esseri per metà ragazze e per metà rettile o pesce, in grado di lanciare forti grida (in Veneto esisteva, il detto “Sigàr come n’anguana”, tradotto letteralmente in strillare come un’anguana).
In molte leggende sono rappresentate come delle vegliarde magre e dall’aspetto lugubre. Nella maggior parte dei casi, possono essere identificate come figure notturne in grado di scomparire prima che qualcuno possa vedere il loro volto.
I loro abiti, nelle leggende proveniente dal Friuli, sono di colore bianco, mentre altre tradizioni narrano che queste bizzarre creature amassero, invece, i colori sfavillanti, come il rosso e l’arancio e solo in rarissimi casi appaiono con logore vesti di colore nero.
Il dettaglio che accomuna tutte queste leggende, rendendole in qualche maniera simili le une alle altre, era il fatto che le Anguane, in quanto creature non umane, presentassero particolari che sottolineassero costantemente questo aspetto, come per esempio il fatto che avessero al posto delle gambe, zampe di gallina, anatra, oppure squamate simili a quelle dei pesci o ancora pelose zampe caprine.
La loro schiena era scavata e loro la mascheravano con corteccia o ammassi di foglie umide e muschio, mentre un particolare comune in qualsiasi leggenda sulle Anguane era il fatto che esse abitassero presso i corsi d’acqua come i fiumi, laghi, stagni, sorgenti e si dice addirittura pozzi e fontane artificiali.
Le storie narravano che se trattate con rispetto e gentilezza, le Anguane erano in grado di portare grande fortuna soprattutto ai pescatori ma anche agli artigiani e ai falegnami, ai quali si narrava, avessero insegnato diverse attivita'
tutt’ora in frequente uso (fonte reperita su Wikipedia: vedi filatura della lana o caseificazione).
Se l’Anguana veniva offesa, scacciata o se non le veniva mostrato il rispetto che meritava, si diceva che abbandonasse gli uomini rifiutando di istruirli in un’arte cosiddetta fondamentale (fonte reperita su Wikipedia: vedi la produzione del sale, dello zucchero, del vetro).
Potevano dunque assumere tratti tetri come le loro sorelle le krivapete e quindi erano pronte a spaventare o canzonare i pellegrini che attraversavano i boschi di notte e ad insinuare nelle donne l’ombra della discordia mettendo a nudo pettegolezzi, malelingue e ingiurie di ogni genere.
Se gravemente insultata, l’Anguana esigeva vendetta gettando il malocchio a chiunque avesse osato offenderla (fonte reperita su Wikipedia: molte leggende tuttavia specificano chiaramente che, a differenza di orchi e “strie”, le streghe, le Anguane non uccidono mai uomini o animali).
Si raccontava che spesso le mire delle loro beffe più crudeli fossero le giovani ragazze che si attardavano a rientrare nella loro casa la sera e venivano costrette per tutta la vita a riempire di acqua cesti di vimini che non erano in grado di trattenerla.
In alcune zone del Friuli vi era l’usanza di allontanare quelle Anguane che avevano cattive intenzioni, lasciando fuori dalla porta di casa un cesto di vimini che sicuramente le creature avrebbero tentato di riempire di acqua per tutta la notte senza alcun successo, abbandonando l’idea di tormentare coloro che abitavano l’edificio.
Esistevano diversi culti delle Anguane come lo Scalfìn dal diaul (= Tallone del diavolo), detto anche Cèpp da l’Angua (= Masso dell’Anguana), a Canzo e vi sono nel Triveneto molti luoghi che celebrano o quanto meno, ricordano queste figure affascinanti (fonte presa da Wikipedia: vedi la sofisticata celebrazione della Giubiana da Canz con la presenza del personaggio. L’Anguan-tal, valle dell’Anguana, zona di contrada Pagani di Campofontana, a Verona dove si diceva che abitassero una grotta alle spalle del Sengio Rosso, sotto il monte Telegrafo. E ancora Buso dell’anguana nome dato a diverse caverne del Vicentino.)
Sempre nella zona di Verona si diceva che le Bele Butéle cioè ‘Belle Ragazze’ erano addette al lavaggio dei panni dei contadini, ma si rifiutavano di lavare panni di colore nero (da questo potrebbe derivare la loro avversione ad indossare abiti scuri).
Alcune tradizioni popolari raccontano che le Anguane smisero di mescolarsi con le persone comuni dopo il famoso Concilio di Trento.
Con il passaggio dalla dedicazione all’Anguana alla titolazione al diavolo dovuta proprio alla totale demonizzazione delle divinità pagane nel medioevo, queste figure si sono fatte ancora più misteriose e spesso temute dal popolino che lavorava la terra nelle campagne.
Molte sono le leggende dedicate a queste fantastiche creature nate dal folklore alpino e se la notte vi dovreste ritrovare ad attraversare un bosco buio, ricordatevi che tra i cespugli o dietro al tronco di un albero ci potrebbe essere un’Anguana che vi osserva con curiosità.
Non siate scortesi e ne ricaverete una buona lezione da una creatura sapiente e sincera.
Fonte: http://facefantasy.wordpress.com/2012/04/25/le-anguane/
Edited by *Astrella - 19/9/2013, 22:55
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Le leggende delle Anguane, le mistiche creature dell'acqua16 Settembre 2013 |
