Il Ponte di Tiberio ovvero Il Ponte del Diavolo - Rimini - Italy

01 Agosto 2014

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  1. Sylvhia
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    Il Ponte di Tiberio ovvero”Il Ponte del Diavolo” - Rimini - Italia





    Il ponte di Augusto e Tiberio, comunemente noto come ponte di Tiberio, a Rimini è stato edificato durante l'epoca dell'antica Roma. La sua costruzione iniziò nel 14 d.C. sotto il governo di Augusto mentre il termine dei lavori si ebbe nel 21 d.C., sotto il governo di Tiberio. Oggi è presente nello stemma della città.

    Costruito in pietra d'Istria come l'Arco, da esso riprende anche lo stile sobrio ed allo stesso tempo armonico. La struttura è composta da 5 arcate a tutto sesto con delle edicole cieche tra le imposte degli archi. La grandezza di questi archi varia in maniera crescente man mano che ci si sposta verso il centro, dove troviamo l'arco più grande.

    Dal ponte partivano due vie consolari, la via Emilia che arrivava fino a Piacenza e la via Popilia-Annia che arrivava sino ad Aquileia.

    Ai bordi della pavimentazione, presenta alcune lastre di pietra con iscrizioni latine.



    La presenza di due tacche somiglianti all'impronta di piedi caprini, sulla balaustra posta lato monte, contribuì a diffondere la leggenda di un ennesimo "Ponte del Diavolo". Più verosimilmente poteva trattarsi di incavi per fissaggio di carrucole utilizzate per issare materiale dalle barche che arrivavano fin sotto il ponte. La leggenda che il Ponte di Tiberio sia stato l'unico ponte cittadino traversante il fiume Marecchia che durante la Seconda guerra mondiale le forze armate tedesche non riuscirono a demolire nonostante i ripetuti tentativi è stata poi smentita: dobbiamo infatti la sua salvezza al buon senso di un ufficiale tedesco che ebbe il "buon gusto" di non far brillare le mine, perché riteneva inutile, a quel punto della guerra, distruggere un ponte vecchio di 2000 anni. Tuttora il Ponte rientra nella rete stradale cittadina, ed è aperto al normale traffico, esclusi i mezzi pesanti.



    La Leggenda

    Iniziato dall’imperatore Augusto nel 14 d.C. fu completato dal figlio Tiberio nel 21d.C.

    Dal suo ultimo costruttore, questo mirabile esempio di tecnica romana, prese il nome e si rivestì della leggenda che ancor oggi accompagna le sue millenarie pietre.

    Ci vollero ben sette anni a Tiberio per portare a terminare la costruzione del ponte di Ariminum, iniziata dal padre. Durante questi anni, risultò molto difficile riuscire a continuare l’opera. I lavori procedevano molto a rilento perché ogni qual volta che si costruiva un nuovo pezzo del ponte questi crollava o comunque non riusciva bene. Sembrava un’opera edilizia destinata a non vedere mai la luce e a minare la gloria dell’imperatore fin quando egli, dopo aver pregato invano tutti gli dei giocò l’ultima carta rimastagli e interpellò l’unico essere soprannaturale che poteva metterci lo zampino. E ce lo mise davvero.

    Tiberio invocò il diavolo e, pregandolo di venire in suo aiuto fece, con il signore dell’oscurità il seguente patto: egli avrebbe costruito il ponte ma in cambio si sarebbe preso l’anima del primo che lo attraversava. All’imperatore non rimase che accettare e il diavolo si mise subito all’opera. Il ponte fu costruito nel giro di una notte; bello, solido e imponente, stava lì, ad aspettare che lo si attraversasse. Venne il momento dell’inaugurazione e il corteo ufficiale era pronto per la parata quando all’imperatore venne in mente come liberarsi di quello scomodo patto col diavolo. Tiberio ordinò che, in segno propiziatorio, prima di tutti, sul nuovo ponte, dovesse passare un cane. Così fu fatto e il diavolo, che aspettava la sua anima sull’altra sponda del ponte, rimase a bocca asciutta. Satana, schiumante di collera per essere stato buggerato così malamente, decise di vendicarsi all’istante e buttare giù il ponte di Tiberio.

    Calciò più volte con ira sulla pietra da lui posata, ma niente da fare. L’aveva costruito indistruttibile e nemmeno lui poteva distruggerlo. Così se ne dovette andare… con le pive nel sacco, ma a testimonianza di questo episodio rimangono alcune impronte caprine impresse su di una delle grosse pietre poste all’inizio del ponte sul lato che guarda la città.



    C’è di vero che questo ponte romano si è guadagnato la fama d’indistruttibile rimanendo in piedi per quasi venti secoli, sopportando per tutto questo tempo il via vai del traffico cittadino e assolvendo “senza fare una piega” alle sue quotidiane funzioni. Molti nel corso della storia vi arrecarono danni o tentarono di abbatterlo, inutilmente. I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale si accanirono particolarmente con questo importante ponte di comunicazione ma non riuscirono a scalfirlo.

    Che sia veramente opera del diavolo?



    http://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_di_Tiberio
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