Un fossile vivente : la Gingko Biloba

02 Ottobre 2014

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  1. Sylvhia
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    Un fossile vivente : la Gingko Biloba






    Vi è mai capitato di passeggiare in un parco e sentire un terribile odore che vi induce a controllare le suole delle scarpe per accertarvi di non aver pestato ...."un regalino"?
    Beh... può darsi che abbiate involontariamente pestato un seme di Gingko Biloba.



    La Ginkgo biloba (chiamata anche Albicocca d'argento) è un fossile vivente ed unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae ma anche dell'intero ordine Ginkgoales (Engler 1898) e della divisione delle Ginkgophyta, una famiglia di gimnosperme apparsa durante l'era mesozoica che comprende sette generi, sei dei quali estinti.
    E' la pianta a semi vivente più antica. Allo stato spontaneo è verosimilmente presente in alcune foreste della Cina. Attualmente è largamente coltivata in tutto il mondo.
    I più antichi fossili attribuiti al genere Ginkgo risalgono al Triassico inferiore (250 milioni di anni fa circa).
    È una pianta arborea che raggiunge un'altezza di 30–40 m, chioma larga fino a 9 m, piramidale nelle giovani piante e ovale negli esemplari più vecchi. Il tronco presenta rami sparsi da giovane, più fitti in età adulta, branche principali asimmetriche inclinate di 45°, legno di colore giallo. I rami principali (macroblasti) portano numerosi rametti più corti (brachiblasti), sui quali si inseriscono le foglie e le strutture fertili.
    La corteccia è liscia e di color argento nelle piante giovani, diventa di colore grigio-brunastro fino a marrone scuro e di tessitura fessurata negli esemplari maturi.



    Le foglie,dalla forma tipica a ventaglio (foglia labelliforme) leggermente bilobata e percorsa da un numero elevato di nervature dicotome ,di 5–8 cm, hanno un lungo picciolo e una lamina di colore verde chiaro, che in autunno assume una colorazione giallo vivo molto decorativa, sono decidue (cadono durante l'inverno). La morfologia fogliare varia a seconda della posizione e dell'età: le plantule (giovani piantine da poco germogliate) hanno foglie profondamente incise, le foglie portate dai brachiblasti (rami che presentano un passo estremamente ridotto delle distanze internodali che nelle gimnosperme contengono gli ovuli) hanno margine interno e talvolta ondulato, le foglie portate dai macroblasti (rami con internodi piuttosto lunghi e foglie ben distanziate) sono spesso bilobate.



    Non presenta dei fiori come abitualmente li intendiamo. Le Gimnosperme non hanno fiori ma portano delle strutture definite coni o strobili o, come in questo caso squame modificate (i coni da un punto di vista funzionale si possono considerare simili a dei fiori per omologia).
    È una pianta dioica cioè che porta strutture fertili maschili e femminili separate su piante diverse. Negli strobili maschili i microsporangi sono portati a coppie su microsporofilli, disposti a spirale su un asse allungato. L'impollinazione è anemofila, cioè utilizza come mezzo di dispersione il vento.

    (Genere Femminile)




    Negli strobili femminili gli ovuli, inizialmente due, si riducono ad uno solo nel corso dello sviluppo e sono portati su peduncoli isolati. Le piante femminili dunque, a differenza della maggior parte delle Gimnosperme (in particolare delle Pinophyta), non producono coni propriamente detti ma strutture analoghe a questi.

    (Genere Maschile)


    La fioritura è primaverile. Tra impollinazione e fecondazione intercorrono alcuni mesi. La fecondazione avviene a terra all'inizio dell'autunno, quando gli ovuli sono già caduti dalla pianta madre e hanno quasi raggiunto le dimensioni definitive. I gameti sono ciliati e mobili, come avviene in molti gruppi meno evoluti (Cycadophyta, muschi, felci ed alghe).

    I semi (di cui è commestibile l'embrione dopo la torrefazione) sono lunghi 1,5–2 cm e sono rivestiti da un involucro carnoso, pruinoso di colore giallo, con odore sgradevole a maturità (per la liberazione di acidi carbossilici, in particolare acido butirrico), che viene definito sarcotesta. All'interno di questo vi è una parte legnosa (sclerotesta) che contiene l'embrione. La germinazione del seme è epigea.
    A causa dell'odore sgradevole che emanano i semi prodotti dalle piante 'femmine' la coltivazione e la messa a dimora in giardini o viali, oppure anche per la coltivazione Bonsai , viene preferito il genere maschile.


    Curiosità




    Sei esemplari di Ginkgo, ancora esistenti, sono sopravvissuti alle radiazioni prodotte dalla bomba atomica caduta sulla città di Hiroshima.


    HOSEN-JI







    Questa Ginkgo situata nei pressi di un tempio su 1130 m di distanza dal ipocentro ha ripreso a germogliare dopo l'esplosione (il tempio stesso è stato distrutto). L'area del tempio in Housenbou era più piccola e dopo la guerra venne considerata l'idea del trapianto o taglio della Ginkgo per ricostruirlo. Nel 1994 si è deciso di lasciare lì la pianta e modificare il tempio, così ora l'edificio principale dispone di due scale che partono separate, a destra e sinistra della pianta, per poi congiungersi , proteggendo la Ginkgo all'interno di questa forma a U. Sul tronco è stata posta una targa con scritto "Mai più Hiroshima" e le preghiere della gente per la pace. Questo albero è così diventata un simbolo internazionale.



    http://kwanten.home.xs4all.nl/hiroshima.htm
    http://it.wikipedia.org/wiki/Ginkgo_biloba
     
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