Nyos, Monoun e Kivu : I Laghi Killer

17 Ottobre 2014

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  1. Sylvhia
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    Nyos, Monoun e Kivu : I Laghi Killer





    Si trovano tra il Camerun e il confine tra il Rwanda e la Repubblica Democratica del Congo.
    La caratteristica che li accomuna è che tutti e tre i laghi sono soggetti ad eruzione di tipo limnico, detta anche "ribaltamento del lago ".
    Questo tipo di eruzione, è un raro tipo di disastro naturale nel quale il diossido di carbonio (CO2) in soluzione erutta improvvisamente dalle acque profonde del lago, soffocando la fauna e la flora selvatica, il bestiame e gli esseri umani. Può anche causare uno tsunami poiché la CO2 che sale può provocare un rapido spostamento dell'acqua nel lago e può essere innescata da frane, attività vulcanica o esplosioni. I laghi in cui avviene questo fenomeno possono essere noti come laghi limnicamente attivi o laghi esplosivi.
    Caratteristiche dei laghi limnicamente attivi sono per esempio:
    Acqua immissaria satura di CO2
    Un fondo del lago freddo che indica l'assenza di interazione vulcanica diretta con le acque del lago
    Gli strati superiori e inferiori con differenti saturazioni di CO2
    Vicinanza ad aree con attività vulcanica
    Gli scienziati hanno recentemente determinato, da indagini relative al grande numero di vittime negli anni 80' nel Lago Monoun e nel Lago Nyos, che le eruzioni limniche e le eruzioni vulcaniche, nonostante siano indirettamente collegate, sono tuttavia eventi catastrofici di tipo diverso.





    Il Lago Nyos





    Nyos Lake correct



    Si trova nella provincia nord-occidentale del Camerun, a circa 315 km a nord-ovest di Yaoundé.
    È un lago profondo situato nel cratere di un vulcano quiescente nel massiccio del Monte Oku, nella linea dei vulcani del Camerun.
    Una diga naturale di roccia vulcanica racchiude le acque del lago.

    Una sacca di magma giace al di sotto del lago provocando la fuoriuscita di anidride carbonica (CO2) che va a saturare le acque.
    Nella notte del 21 agosto 1986, la valle del lago fu colpita da un disastro naturale che uccise nel sonno più di 1700 persone, oltre che 3500 capi bestiame. Inizialmente i rappresentanti delle autorità giunti ad indagare pensarono a un'improvvisa emissione di gas sulfurei, essendo la zona interessata da attività vulcaniche, mentre in seguito le vittime risultarono essere state uccise da una nube di CO2. Il fenomeno fu collegato a quello analogo, ma di proporzioni molto minori, accaduto al lago Monoun due anni prima e gli scienziati riuscirono a ricostruire la dinamica del disastro: un evento improvviso, probabilmente una frana, aveva mosso le acque del lago liberando l'anidride carbonica disciolta in esse in grandi concentrazioni.
    È stato notato che le popolazioni indigene consideravano il lago un luogo abitato da spiriti assassini, perciò nessuna delle vittime era originaria della zona. Indagini scientifiche permisero di risalire alle cause del fenomeno: le acque del lago Nyos, profondo ben duecento metri, sono interessate da meromissi,( la condizione fisica di uno specchio d'acqua con una stratificazione costante. In pratica le acque superficiali non si rimescolano con quelle di fondo creando due laghi sovrapposti con condizioni fisiche e chimiche differenti.) e trattengono un'enorme quantità di CO2 in soluzione; lo strato superficiale del lago, profondo circa cinquanta metri e alimentato soprattutto dalle acque piovane e dai fiumi, non ha scambi con lo strato più basso del lago che al contrario del primo presenta un'importante anomalia: è alimentato da una sorgente di carbonato di sodio che contribuisce a saturare l'acqua di anidride carbonica. Dato che nel punto di maggiore profondità del lago per ogni litro di acqua sono disciolti fino a dieci litri di anidride, l'eruzione dell'86 liberò nell'aria ottanta milioni di metri cubi di gas.



    Alcune stime hanno ipotizzato che, in seguito all'esplosione limnica del 1986, la concentrazione di CO2 sia tornata ai livelli precedenti al disastro già nel 1992, senza che nessuna precauzione fosse presa per evitare il ripetersi della tragedia. La zona circostante il lago è stata evacuata dal governo camerunense negli anni seguenti e, per evitare il ripetersi dell'eruzione limnica, nel 2001 è stato installato un sistema di degassamento costituito da un sifone che aspira acqua dal fondo del lago in modo da provocare una lenta e costante fuoriuscita del gas. Due ulteriori tubi sono stati installati nel 2010.



    Un ulteriore potenziale elemento di rischio è dato dall'indebolimento della diga naturale di roccia che circonda il lago. Un suo crollo potrebbe causare la fuoriuscita dell'acqua del lago con effetti disastrosi sui villaggi circostanti. L'area stimata interessa circa 10.000 persone.



    Il Lago Monoun






    Il 15 agosto del 1984 nel lago avvenne quella che fu in seguito riconosciuta come eruzione di tipo limnico, che provocò un'abbondante emissione di anidride carbonica (CO2) in seguito alla quale morirono per asfissia 37 persone. La causa della moria di persone non ebbe inizialmente una spiegazione e fu ipotizzato anche un atto terroristico. Approfondite indagini, conseguenti soprattutto al successivo e più importante evento avvenuto nel lago Nyos due anni più tardi, che portarono alla morte per asfissia di circa 1700 persone oltre a 3500 capi di bestiame, portarono alla comprensione di quanto era successo.

    Il Lago Kivu







    Il lago Kivu è uno dei grandi laghi africani, situato sul confine tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda, a 1460 s.l.m. Ha una superficie di 2700 km². Nelle sue acque sono presenti alcuni isolotti e l'isola Idjwi, che con la sua superficie di 340 km2 è la seconda isola lacustre dell'Africa, dopo l'isola Ukerewe nel vicino lago Vittoria.
    Ha un emissario, il fiume Ruzizi, che convoglia sue acque verso sud fino al lago Tanganica.



    Il Kivu è uno dei tre laghi africani, assieme al Nyos e al Monoun in Camerun, in cui si è verificata un'eruzione di tipo limnico. L'analisi della storia geologica del Kivu indica che negli scorsi millenni si sono avuti episodi di estinzione biologica. Non è chiara la causa scatenante di questi fenomeni per il Kivu, ma si sospetta che sia collegata all'attività vulcanica.

    La composizione chimica dei laghi soggetti ad esplosioni limniche è specifica di ogni singolo caso, ma nel caso del Kivu sembra sia legata ad una miscela di anidride carbonica (CO2) e metano, invece della sola CO2 come negli altri due casi. Il metano sembra provenire dalla riduzione microbica della CO2 di origine vulcanica. L'impatto di una eruzione massiccia nel caso del Kivu sarebbe catastrofico, dato che nell'area del suo bacino vivono circa due milioni di persone.




    Carotaggi nell'area di Bukavu Bay hanno rivelato nel fondo del lago tre strati intervallati di depositi del raro minerale monoidrocalcite con conglomerati di diatomee, sovrastanti dei sedimenti sapropelici con elevato contenuto di pirite. Si ritiene che i sedimenti sapropelici derivino da scarico idrotermale mentre le diatomee furono il risultato di una fioritura che ridusse la concentrazione dell'anidride carbonica ad un livello tale da permettere la precipitazione della monoidrocalcite.

    Si ipotizza che una sufficiente interazione vulcanica con l'acqua del fondale lacustre caratterizzata da un'elevata concentrazione di gas, potrebbe riscaldare la massa d'acqua, far fuoriuscire il metano e innescare un quasi contemporaneo rilascio di anidride carbonica.

    L'anidride carbonica così rilasciata potrebbe portare alla morte per asfissia di un elevato numero di persone nei dintorni del lago, ma anche innescare uno tsunami collegato all'esplosione del gas.



    http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Kivu

    http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Monoun

    http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Nyos
     
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