I Testi dei Sarcofagi

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  1. Sylvhia
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    I Testi dei Sarcofagi





    Saluto in pace! Ripeto a voi le buone azioni che il mio cuore ha fatto per me dall'interno delle spire del serpente, per far tacere conflitto ...
    Ho creato quattro venti, affinchè che ogni uomo potesse respirare ...
    Ho creato la grande inondazione, affinchè l'umile possa trarne beneficio come il grande ...
    Ho creato ogni uomo come il suo compagno; e non ho ordinato loro di far del male. E 'il loro cuore che disobbedisce a quello che ho detto ...
    Ho creato gli dei dal mio sudore, e le persone dalle lacrime del mio occhio.


    (Testo dei Sarcofagi 1130, discorso del Dio del sole Ra)



    I Testi dei Sarcofagi derivano dai testi delle Piramidi, un insieme di formule rituali scolpite sui monumenti funebri dei regnanti risalenti al periodo chiamato Antico Regno.
    Le formule avevano lo scopo di garantire al sovrano l'ascesa tra gli dei e la sua riunificazione con il dio-sole Ra e compaiono per la prima volta nel monumento funebre di Unis (faraone della V dinastia)
    Trattandosi di formule rituali scritte in un linguaggio arcaico, e talvolta oscuro, non sempre è possibile comprendere pienamente il loro significato anche perché i Testi non formano un corpus organico.



    I Testi dei Sarcofagi si differenziano dai Testi delle Piramidi perché sono scritti su sarcofagi lignei ed esprimono, desideri e timori dell'essere umano.
    Sono considerati testi transitori che portarono al Libro dei Morti.
    Dopo il travagliato Primo periodo intermedio, la comparsa di questi Testi annunciò il risveglio, della civiltà egizia, da un lungo periodo di oscurantismo spirituale e di anarchia dovuto alle lotte sociali e politiche che iniziate alla fine dell'Antico Regno ebbero notevole influsso sulla religione e sui riti.

    Al sovrano, dal potere sempre più debole, si contrapposero i governatori sempre più ricchi e potenti; questo dualismo portò al crollo economico dell'Egitto e alla democratizzazione dei rituali funebri. Quest'ultimo sviluppo sembrò più legato alla speculazione religiosa che ad autentico rinnovamento perché consentì ai nobili ed ai semplici cittadini di aspirare alla rinascita, ma solo se potevano permettersi le sontuose e onerose spese funerarie.
    Nacquero nel Medio Regno nuovi principi religiosi come l'uguaglianza degli uomini davanti alla divinità, l'eguale possibilità per tutti di rinascere e la colpa.




    Per aiutare il defunto a superare gli ostacoli del cammino verso l'Aldilà (Duat) furono trascritti sui sarcofagi, come in un manuale, i regali e dogmatici Testi delle piramidi. Questi furono copiati anche sui papiri che venivano deposti insieme alla salma affinché le formule magiche fossero ancor più vicine al defunto e quindi più potenti.

    Il sarcofago, che nei testi egizi si chiamava "neb ankh" ossia possessore di vita, era ovviamente elemento indispensabile nel rituale funebre poiché doveva proteggere le spoglie mortali per l'eternità. Il coperchio rappresentava il cielo, il fondo era la terra e i lati indicavano i quattro punti cardinali.
    Il defunto giaceva con la testa a nord, il volto rivolto verso oriente ove il sole nasceva rigenerato e in corrispondenza degli occhi erano disegnati, sul sarcofago, due udjat (Occhio di Horo simbolo della prosperità, del potere regale e della buona salute) che gli consentivano di guardare all'esterno, per non perdere il contatto con il mondo reale.



    In contrasto con i Testi delle Piramidi, che si concentrano sulla sfera celeste, i Testi dei sarcofagi sottolineano gli elementi sotterranei dell'aldilà governato da Osiride, in un luogo chiamato Duat. L' aldilà di Osiride è offerto a tutti, e il defunto viene anche indicato come "il Osiride -[nome]". Questo regno sotterraneo è descritto come pieno di esseri minacciosi, trappole e tranelli con cui il defunto deve lottare. Gli incantesimi dei Testi dei Sarcofagi consentono al defunto per proteggersi contro questi pericoli e "di non morire una seconda volta".
    Un nuovo tema nei Testi è l'idea che tutti gli uomini saranno giudicati da Osiride e il suo Consiglio secondo le loro opere in vita. I testi alludono all'uso di una bilancia, che è diventato in seguito il momento cruciale del giudizio nel Libro dei Morti. I testi affrontano le paure comuni della vita, come ad esempio dover fare lavori manuali, con incantesimi per consentire al defunto di evitare questi compiti spiacevoli.
    Combinano azioni rituali intese come protezione, espressioni di aspirazione ad un'esistenza beata dopo la morte e delle trasformazioni e trasmigrazioni del ba e akh e così via. In più ci sono le descrizioni della terra dei morti, il suo paesaggio e abitanti. Questi includono il Sekhet Hotep (Campo di offerte o di pace), i sentieri della Rostau e la dimora di Osiride.






    *Attenzione* - "La presente traduzione (e/ o contenuto ) è a cura di Sylvhia in esclusiva per "I Nove Mondi Forum". In caso di diffusione integrale o parziale è obbligatorio riportare il link della fonte originale e i dovuti crediti".



    http://en.wikipedia.org/wiki/Coffin_Texts
    http://it.wikipedia.org/wiki/Testi_dei_sarcofagi
     
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